Un ritorno alle origini che mette al centro la persona ed il suo vissuto esistenziale

Mette al centro la persona ed il suo vissuto esistenziale il progetto promosso dall’équipe multidisciplinare della RSA di Spezzano Albanese (Cs) con la partecipazione della sezione locale della Fidapa, la Federazione Italiana Donne Arte Professioni e Affari. La “Tavola dei ricordi” è il nome dato all’iniziativa che, nei mesi scorsi, ha permesso agli ospiti della Struttura di rivivere momenti significativi del proprio percorso di vita grazie agli strumenti messi a disposizione dalla Terapia della reminiscenza che è andata a stimolare le risorse mnestiche residue di ciascuno, recuperando le esperienze emotivamente piacevoli. La narrazione ha dato voce alla memoria ed alle esperienze vissute nel passato ma ha dato anche spazio alle emozioni del presente consentendo loro di unire i tasselli temporali ed emotivi della vita e dare vigore alla propria identità.

Gli ospiti divertiti e con un pizzico di nostalgia hanno fatto un salto all’indietro nel tempo, hanno recitato delle filastrocche ed hanno raccontato di alcuni dei loro giochi preferiti e ormai appartenenti al passato come la “lippa”, il “carruocciolo”, la “campana” e il “gioco delle biglie”. E sempre in tema di rievocazioni, sono tornati anche a quando da bambini, incuriositi, osservavano gli adulti della famiglia maneggiare particolari utensili di uso domestico, oggi quasi del tutto scomparsi, come il macina caffè ed il braciere.

L’équipe ha, anche, elicitato memorie e aneddoti legati alle tradizioni culinarie locali con particolare riferimento ai dolci tipici della loro cucina, tra cui il “mostacciolo”, ricordo molto caro alle signore di Spezzano Albanese per il suo legame con i festeggiamenti del sacramento del matrimonio. Il mostacciolo è, infatti, una tradizione gastronomica calabrese che nel centro arbëreshë assume la bellezza di una vera e propria opera d’arte e che spesso viene presentato dagli sposi come torta nuziale. Nel momento della torta si svolge la gara della rottura del mostacciolo da parte degli sposi: un gioco dove gli sposi si fanno aiutare dai propri invitati a tirare una parte del dolce. Lo sposo usa una sola mano, convinto della sua forza, mentre la sposa utilizza entrambe le mani. Quasi sempre è la moglie ad avere la meglio e a reclamare il premio per il trionfo della gara, ovvero, avere metaforicamente il pieno dominio nella casa coniugale. Il mostacciolo può essere ritenuto una vera e propria scultura di farina, miele, mosto di vino e altro, che presenta dimensioni, forme, disegni e decorazioni, scelti solitamente da chi commissiona l’opera dolciaria, e rappresenta la bravura, l’estro, la fantasia e l’originalità del “mastazzolaro” che modella a mano il prezioso impasto. Di solito, per il rito dei matrimoni si usano le colombe, i cuori, l’uva e le cornucopie a rappresentare rispettivamente l’armonia della coppia, l’amore tra i due sposi e la prosperità che ci si augura per la propria famiglia.

Non potevano, poi, mancare i ricordi legati al vestito tipico arbëreshë ed alla “Bambola di San Giovanni” che, secondo la tradizione, adornata di fiori, veniva battezzata e le si soffiava per darle vita e trovare la madrina giusta. Grande l’emozione di alcune ospiti che, nel rivedere e toccare con mano la bambola ed i suoi morbidi abiti, hanno rivissuto alcuni dei fotogrammi più felici della loro più tenera età.

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