Pace, tolleranza ed equità i temi al centro delle riflessioni promosse dall’équipe

Riprende ogni volta una narrazione dolorosa su uno dei peggiori crimini dell’umanità ma serve a non dimenticare, per tenere vivo l’arbusto dei diritti umani inviolabili, un arbusto che si spera diventi finalmente una possente sequoia resistente ad ogni forma di pregiudizio e razzismo. La Giornata della Memoria che ricorre ogni anno in ricordo di quello che è avvenuto ottant’anni fa, ovvero la liberazione del campo di concentramento e di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau ad opera delle truppe sovietiche, è stata al centro del dibattito e delle attività promosse il 27 gennaio scorso dall’équipe della Rsa di Spezzano Albanese (Cs). I nostri ospiti hanno ricordato quel milione di persone, la maggior parte delle quali ebree, che è caduto sotto le leggi razziali, hanno compianto gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte ma anche coloro che si sono opposti al progetto di sterminio ed hanno messo a rischio la propria vita per proteggere quella dei perseguitati.

Durante la mattinata, la proposta multidisciplinare ha previsto il coinvolgimento degli ospiti in un laboratorio creativo nell’ambito del quale è stata data forma e colore ad alcuni slogan riguardanti la tematica centrale, favorendo la socializzazione e la condivisione. L’équipe ha guidato la lettura di alcune frasi del celebre libro “Il diario di Anna Frank”, presentando la storia della tredicenne del tutto ignara dell’importanza storica che i suoi pensieri avrebbero assunto nel tempo e che ha aiutato, e continua ad aiutare, a costruire la coscienza collettiva delle generazioni future, forgiandola con i sentimenti di tolleranza e pace. Alcune poesie sono state recitate da due ospiti generando un circuito virtuoso di emozioni e riflessioni. All’interno del Gruppo Ascolto è stato portato il modello dei campi di sterminio con particolare riferimento al campo di concentramento di Ferramonti che si trova nel comune di Tarsia, il più grande dei 15 campi di internamento costruiti nell’estate del 1940 su ordine di Benito Mussolini. Si è parlato del ruolo delle donne che, all’interno del campo, hanno contribuito a far crescere la comunità sia nell’istruzione dei propri figli e sia negli aspetti sociali grazie alla loro funzione primaria e di sostegno per la famiglia: il lavoro di tutte queste donne ha consentito di tenere vivo un modello di madre amorevole, legata ai valori della famiglia e della cultura di appartenenza e attenta ai bisogni della comunità, tramandando ai figli le tradizioni e i riti ebraici. È emerso che ricordare tutto ciò è importante perché senza la conoscenza delle atrocità del passato viene a mancare la possibilità di immaginare e proiettarsi verso un futuro diverso e più sano, fare emergere idee di equità e tolleranza e sogni per la vita che verrà.

Questa iniziativa ha suscitato momenti di profonda commozione, ha fatto rivivere e consentito di rielaborare intime emozioni, ha stimolato le capacità mnestiche mantenendo viva la memoria della storia italiana. In particolar modo chi ha vissuto il tempo della Seconda guerra mondiale ha avuto la possibilità di rievocare e raccontare quello che è successo in quegli anni bui per trasferirne l’illogicità, e quindi favorendone il rifiuto, ai più giovani. In alcuni di loro il ricordo della guerra è ancora vivo, qualcuno ha condiviso la paura delle bombe, della terribile sensazione della fame insaziata, ha raccontato aneddoti atroci e riportato le parole dei propri genitori che hanno, a loro volta, tramandato con la promessa di non dimenticare. E, nell’esprimere considerazioni generali sull’attività, hanno dimostrato gratitudine per essere stati coinvolti attraverso le proposte educative in questa iniziativa interessante mantenendo la loro mente attiva e sempre impegnata, portando risultati positivi sia a livello emotivo che relazionale.

Nel pomeriggio è stata proposta la visione del film su Anna Frank, l’opera cinematografica che racconta la drammatica storia della giovane ebrea costretta a nascondersi durante la persecuzione degli ebrei da parte del regime nazista, durante gli anni della Seconda guerra mondiale. Il film ha suscitato emozioni forti, portando gli ospiti a ripercorrere la sofferenza e la resistenza di una ragazza che, pur vivendo nell’incubo del nazismo, ha continuato a credere nella speranza e nella bellezza della vita. Durante la proiezione, si è creato un momento di condivisione e silenziosa partecipazione e proprio come in un vecchio cinema, tra una bibita, un pop corn e qualche patatina, molti dei pazienti si sono lasciati coinvolgere dalla storia, riflettendo sulle atrocità del passato e sull’importanza della memoria storica. Il pomeriggio si è concluso con un momento di riflessione e commemorazione in cui i pazienti hanno espresso pensieri e sentimenti legati alla visione. È stato un momento di grande valore educativo ed emotivo, che ha contribuito a mantenere viva la memoria di uno degli eventi più tragici della storia, facendo riflettere su temi come la dignità umana, la libertà e il rispetto per l’altro.

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