L’azione di contrasto passa da un lavoro quotidiano… anche in grado di regalare emozioni

Ad un milione e 100 mila persone in Italia è stata diagnosticata una demenza, a 900 mila un disturbo cognitivo lieve e questi numeri, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono destinati ad aumentare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il dato cresca su base giornaliera, con previsioni che fanno riferimento a 150 milioni di casi di decadimento delle funzioni cognitive nel mondo entro il 2050. Ecco perché la Giornata Mondiale dell’Alzheimer 2024, per il personale della RSA “Don Milani di Lungro” (Cs) è stata un’occasione per agire, con ancora maggiore vigore, in opposizione all’avanzata del declino cognitivo degli ospiti della Struttura.

Consapevole che nell’autunno della vita, proprio come per gli alberi, anche gli esseri umani possono iniziare a perdere frammenti della loro identità, ma che soprattutto il trattamento delle persone affette da sindrome dementigena passa attraverso uno strutturato lavoro quotidiano, l’équipe della Residenza ha messo a punto un programma giornaliero ad hoc che ha messo gli ospiti al centro di uno spazio di incontro e condivisione. I nonnini della Struttura sono stati protagonisti assoluti di un’attività che ha consentito agli operatori di lavorare sulle loro capacità residue andando, contemporaneamente, a potenziare la funzionalità psico-sociale. Traendo spunto dai principi della Terapia della Reminiscenza, ogni ospite è stato invitato ad estrarre da una scatola delle tessere raffiguranti alcuni oggetti di vita domestica che, all’interno dei laboratori grafico-creativi, erano stati precedentemente colorati, ritagliati ed incollati. Dopo qualche istante di osservazione, lo si è incoraggiato a descrivere l’oggetto raffigurato e a rievocarne l’uso all’interno di momenti di vita quotidiana e/o della sua vita passata. Particolarmente significative sono state le ricadute aggiuntive di questo tipo di esercitazione, per esempio quella che ha dimostrato la signora L. che, nel tirare fuori l’immagine di una pentola, ha citato la “pocja”, termine arberesh che indica la tradizionale pignata in terracotta nella quale in passato cuoceva la maggior parte dei cibi, riuscendone a rievocare pure gli odori e i sapori. È stata una bellissima conquista nonché una sorprendente esperienza sensoriale alla riscoperta di pensieri, ricordi ed emozioni, confluiti tutti in un commovente momento di confronto empatico, sostegno reciproco e condivisione.

Potrebbero interessarti:

La Resurrezione della Pasqua: un’opportunità per rinascere e ritrovarsi in comunità

Nell’Ottava di Pasqua la Residenza “Madonna di Porto” ha vissuto un momento di grande gioia e partecipazione accogliendo la celebrazione della Santa Messa a cura del Rettore della Basilica Minore di Madonna di Porto, don Fabrizio Fittante. Dopo un lungo periodo di restrizioni dovute all’emergenza Covid e quindi all’assenza di momenti condivisi, gli ospiti della …

Le “carezze” di Babbo Natale in tempo di COVID

L’Equipe della struttura, anche quest’anno, ha voluto far vivere agli ospiti l’atmosfera natalizia, avendo cura di rispettare le norme di prevenzione e di distanziamento sociale, che hanno modificato le modalità di relazione e di contatto con i familiari Non potendo condividere in presenza lo scambio di auguri, che costituiva un appuntamento fisso negli anni precedenti, …